ABSTRACT
Gli ebrei hanno introdotto una teologia della storia della salvezza, un messianesimo che si realizza nella storia di un popolo. I cristiani hanno sbloccato anche la storia civile, mossi dalla carità che fa fronte ai bisogni degli uomini, per una crescita di dignità e di civiltà. Ma al momento di teorizzare sant’Agostino ha fatto una grandiosa teologia della storia. Ripresa da Bossuet e secolarizzata da Hegel e da Marx. Nessuno ha mai fatto una filosofia della storia, con una certa eccezione in Vico. È stato Maritain l’unico a fare una reale filosofia della storia che ha permesso ai cristiani di avere un quadro “ideologico” collocato tra la metafisica e la politica, capace di guidare un’azione coerente e compatibile con la fede. Il risultato fu immenso: in tanti paese del mondo i cristiani sono entrati nella politica, nell’agone pubblico e culturale. Hanno governato a lungo in tanti paesi.
Il punto di trascendenza (se tutto si muove nulla si muove) che sostanzia la filosofia della storia Maritain lo ha posto sulla morale, che per lui, buon metafisico, si rifaceva alla legge naturale e ai principi non negoziabili. Negli anni trenta sperava di poter collaborare con i marxisti, che parlavano di giustizia (e nascondevano i loro crimini dietro la cortina di ferra) mentre con i fascisti non vedeva possibilità di dialogo. In realtà il punto di trascendenza è nella religiosità naturale, che avrebbe aperto gli occhi sul marxismo. Lui era un metafisico e la morale rimandava a Dio, ma tanti cristiani nominalisti hanno lasciato la morale alla fede e si sono buttati nel dialogo con i marxisti senza paracadute metafisico. Il cambio teologico avvenuto nel clima del Concilio Vaticano II, senza sostanza metafisica, ha spazzato via la filosofia della storia. Oggi si fa solo teologia della storia. Ed è finito l’impegno pubblico dei cattolici. C’erano tante cose da migliorare nell’impegno pubblico dei cattolici, ma è stata eliminata la base di partenza. C’era clericalismo e confessionalismo, ma ora c’è quasi solo spiritualismo e caritas (lodevolissima, ma ai margini della cultura e della politica). È pur vero che per una vera filosofia della storia occorre approdare alla metafisica dell’atto di essere relazionale.
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